1 candidato su 3 è scartato per colpa di Facebook
di Redazione
16/02/2016
Da sempre i consigli per chi ricerca un'occupazione si concentrano su un impiego attento e accorto dei canali social. Gli strumenti informatici hanno infatti permesso di abbassare e di abbattere le barriere della conoscenza, quindi gli head hunters e anche le persone che lavorano nei comparti dell'HR possono impiegare meno di un secondo per valutare i candidati in rete. In che modo? Basta fare un giro fra i profili Facebook e non fermarsi alle prime pagine, ma scavare anche per soli cinque minuti nel passato degli utenti, per comprendere la loro psicologia, la loro personalità e anche il loro modo di pensare.
Se il canale rivela linee diverse da quelle che l'azienda sta ricercando la frittata è fatta e non c'è scampo per i candidati. Facebook rappresenta l'esempio più eclatante, ma molto valgono anche i canali social diversi, come YouTube, Twitter e Pinterest. Chi ricerca un lavoro nel mondo del sociale e nasconde un trascorso un po' problematico non potrà certamente essere scelto dall'azienda, così come chi si professa un mago del design e ha un profilo Facebook poco curato e ricco di sciocchezze.
Una recente indagine eseguita dall'agenzia di somministrazione di lavoro Adecco ha stabilito che il 35% dei candidati viene scartato dalle aziende perché i loro profili Facebook rivelano tutto l'opposto di ciò che è dichiarato nel curriculum o nella lettera di presentazione. Il consiglio è quindi quello di ripulire per bene la propria web reputation se si è alla ricerca di lavoro, di evitare canali oscuri e problematici e soprattutto di dichiarare il vero, sempre e in ogni occasione. La ricerca delle aziende è infatti estesa, furba e molto radicata nel web, quindi una bugia o una mezza verità potrebbero far giocare il futuro posto di lavoro anche ai candidati che potrebbero di norma meritarselo.
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