Ecco cos’è il reddito di inclusione, la nuova prestazione a sostegno del reddito per le famiglie che versano in condizioni economiche precarie.
Finalmente il reddito di inclusione è legge, dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto che introduce questa nuova forma di sostegno al reddito per le famiglie che vivono in gravi condizioni di disagio economico. Una misura che riguarderà una vasta platea composta da 400 mila famiglie, pari a 1,8 milioni di persone e sostituisce la vecchia Sia, il sostegno all’inclusione attiva.
L’importo massimo del sostegno al reddito è pari a 485 euro al mese, cioè quello massimo dell’assegno sociale riconosciuto agli over 65, privi di reddito. L’entità della prestazione erogata varierà a seconda del numero dei componenti la famiglia e della situazione reddituale complessiva del nucleo familiare.
L’accesso al beneficio è condizionato alla prova dei mezzi e all’adesione ad un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa. Per ottenere il reddito di inclusione il valore dell’Isee, in corso di validità, non dovrà superare i 6.000 euro mentre il valore del patrimonio immobiliare, non deve superare i 20.000 euro. Il governo ha stabilito una scala di priorità per l’accesso a questa prestazione a sostegno del reddito. Priorità assoluta va data alle famiglie con figli minorenni o disabili e le donne in stato di gravidanza. Stessa priorità viene riconosciuta ai disoccupati over 55.
Se un componente del nucleo familiare percepisce già la Naspi o un altro ammortizzatore sociale, non si potrà accedere al reddito di inclusione. Il Rei è invece compatibile con lo svolgimento di altra attività lavorativa il cui introito annuo non superi i 6 mila euro. Il beneficio economico sarà di circa 190 euro mensili per le persone sole e può raggiungere i 490 euro per nuclei familiari con oltre 5 componenti e durerà 12 mesi complessivi. Il sostegno sarà erogato per un periodo complessivo che non deve superare i 18 mesi, mentre è necessario che trascorrano almeno altri 6 mesi per farne nuovamente richiesta.