Amazon e le condizioni di lavoro, ecco la risposta di Bezos

Qualche giorno fa Amazon era finita al centro della bufera per una serie di inchieste giornalistiche legate alle presunte cattive condizioni di lavoro delle proprie strutture. Critiche che avevano fatto seguito alle numerose iniziative sindacali, e di fronte alle quali il top management del colosso americano non è rimasto indifferente.

Proprio al fine di difendere la propria azienda, Jeff Bezos ha inviato un email ai propri dipendenti, con contestuale pubblicazione sul quotidiano newyorkese, affermando che “se Amazon fosse come la descrive il New York Times, sareste pazzi a rimanerci. Io andrei via di corsa”.

Le dichiarazioni di Bezos sembrano essere un tentativo di difendere l’immagine societaria dall’ennesima serie di attacchi mediatici. Ne consegue che la sua lettera è più un monito che un voler entrare nel dettaglio delle accuse che sono state riproposte negli ultimi giorni: “Cari amazonians, se non l'avete ancora fatto vi invito a leggere attentamente l'articolo del New York Times che parla di noi. Un reportage” – afferma Bezos – “che non descrive l'Amazon che conosco né gli amazonians con cui lavoro ogni giorno, e che vuole far intendere che il nostro approccio è quello di creare un luogo di lavoro senz'anima, distopico, in cui non c'è divertimento e non si sorride mai. Ancora una volta non mi riconosco in questa Amazon e mi auguro con forza che anche per voi sia così”.

In aggiunta a quanto sopra elaborato, Bezos compie un rapido passaggio sui casi, definendoli probabilmente “rari o isolati”, e precisando che “la tolleranza per tale mancanza di empatia deve essere zero”. Sempre secondo Bezos, “una società che adotta l'approccio descritto dal Nyt non credo possa sopravvivere né tanto meno aver successo in un mercato tecnologico come quello odierno dove la competitività è fortissima”.

Ma sarà realmente servito questo intervento da parte del vertice supremo Amazon a spegnere le polemiche? Negli Stati Uniti lo dubitano, e molto.