Bitcoin, la ‘bocciatura’ del Ceo di Jp Morgan fa crollare il titolo in Borsa

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Ecco l’opinione espressa dal Ceo di Jp Morgan, Dimon, su Bitcoin che ha fatto crollare il titolo in borsa del 21%.

Il Ceo di Jp Morgan, Jamie Dimon, si è espresso in modo nettamente contrario all’espansione di Bitcoin, la valuta elettronica che sta riscuotendo enorme consenso sul mercato e che ha fatto registrare quotazioni da capogiro in borsa. Secondo Dimon, Bitcoin non sarebbe altro che una ‘frode’ ai consumatori, destinata a fare ‘una brutta fine’.

Il Ceo di Jp Morgan ha espresso questo parere, nel corso di una una conferenza organizzata da Barclays. La domanda che ha innescato la polemica, riguardava l’ipotesi che la Jp Morgan avesse dei trader dedicati a questa moneta elettronica.
‘Se avessimo trader che fanno trading di Bitcoin – ha dichiarato Dimon – li licenzierei in un secondo’ poiché Bitcoin è palesemente contro le regole della stessa banca.

Secondo Dimon, Bitcoin può attecchire solo in paesi dove non ci sono altre opzioni o per tutelare i criminali e coloro che hanno l’esigenza di occultare denaro proveniente da illeciti.
‘Se si è in Venezuela, in Ecuador o in Corea del Nord, se si è uno spacciatore o un assassino allora è meglio usare i bitcoin rispetto ai dollari. Quindi ci potrebbe essere un mercato, anche se limitato’.

Per difendere la propria tesi, Dimon ha tirato fuori una metafora che riguarda i tulipani in Olanda nel 1600, quando una speculazione fece balzare i prezzi dei bulbi dei tulipani a livelli incredibili. Secondo lui, la storia si starebbe per ripetere anche per la moneta elettronica, destinata a fare la stessa fine dei tulipani.

Dimon ritiene che le autorità non permetteranno alla valuta virtuale di esistere senza essere supervisionata dagli organi di controllo: ‘Abbiamo visto la Cina, ai governi piace controllare la massa monetaria’.
Le sue dichiarazioni hanno avuto un forte impatto su Bitcoin le cui quotazioni sono scese al di sotto dei 4.000 dollari con un calo del 21% dai massimi storici.