La Brexit sta per giungere verso l’atto conclusivo con i negoziati che sono iniziati stamattina nel quartier generale dell’Ue a Bruxelles.
Sono iniziati da poco i negoziati per la Brexit che hanno preso il via alle ore 11 presso il palazzo di Berlaymont a Bruxelles, considerato il quartier generale della Commissione europea. Niente ritardi rispetto alle previsioni della vigilia e niente slittamento rispetto alla data prefissata dal negoziatore capo dell’Ue, Michel Barnier.
In questo momento, due squadre negoziali guidate da Michel Barnier (per l’Ue) e da David Davis (ministro del Regno Unito per la Brexit) si stanno confrontando per negoziare le condizioni per l’uscita del Regno Unito dall’Unione dopo l’esito del referendum che ha sancito la volontà del popolo britannico di andare per la propria strada.
All’incontro introduttivo tra le due squadre negoziali, seguirà un pranzo di lavoro previsto per le ore 12:30. I gruppi di lavoro torneranno a confrontarsi alle ore 14, mentre per le 16:30 è previsto l’incontro tra i due coordinatori, Sabine Weyand e Olly Robbins (segretario permanente del dipartimento per la Brexit). Alle 18:30 si tireranno le somme degli accordi raggiunti nella conferenza stampa che Barnier e Davis terranno congiuntamente.
Il collegio negoziale britannico ribadirà le posizioni già espresse da Downing Street il 29 marzo con la lettera che la premier britannica, Theresa May, ha inviato all’Ue, con la quale ha nofiticato la volontà del Regno Unito di abbandonare il progetto dell’Ue e il mercato unico, ribadendo la volontà di una separazione rapida e netta, senza alcuna ambiguità. Nella missiva, la May aveva dato piena disponibilità a cooperare con l’Ue sul terreno della lotta di contrasto al terrorismo e per il rafforzamento delle misure di sicurezza.
Dopo l’elezioni dell’8 giugno che hanno indebolito fortemente la maggioranza che sostiene Theresa May, i contrari alla Brexit auspicavano un’uscita più soft del Regno Unito con la permanenza nel mercato unico. L’Europa spingerà per garantire i diritti acquisiti dai cittadini europei che risiedono nel Regno Unito, riconoscendo i diritti dei cittadini inglesi che vivono nell’Ue. Sul tavolo degli accordi negoziali anche il rispetto degli impegni presi da Londra nell’ambito del bilancio pluriennale 2014/2020.