Considerazioni da fare prima di aprire una partiva IVA
di Redazione
28/01/2016
Uno dei primi passi per aprire un'attività è costituito dall'apertura della partita IVA. Dietro questa semplice operazione si nascondono molte insidie, soprattutto per chi è alle prime armi. Gli aspetti di cui tenere conto in questo caso sono molteplici, ma in primo luogo bisogna stabilire se occorre aprire una partita IVA come autonomo oppure come ditta individuale.
Tutte le ditte individuali sono tenute ad iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio della provincia di residenza, mentre per gli autonomi questa condizione non sussiste. Le partite IVA per le ditte individuali di tipo artigiano riguardano attività di tipo manuale e professionale, quelle di tipo commerciale se si acquistano e si rivendono merci (al dettaglio oppure on line). Gli autonomi sono tutti quei professionisti che sono iscritti presso un albo o un ordine professionale (anche senza essere iscritti all'ordine come i consulenti).
Le partita IVA di tipo autonomo e imprenditoriale presentano alcune differenze anche a livello previdenziale. Per gli artigiani e i commercianti infatti è prevista l'iscrizione all'INPS, mentre i professionisti devono fare riferimento alle casse istituite appositamente (i consulenti invece sono tenuti a versare i contributi tramite una gestione INPS separata).
I redditi percepiti dai lavoratori autonomi come i professionisti vengono calcolati effettuando la differenza tra i compensi e i costi, inoltre devono pagare l'IRPEF secondo il “principio di cassa” e cioè quando i ricavi vengono realmente incassati e i conti pagati. Le imprese artigiane e commercianti invece hanno un calcolo IRPEF su base annuale, stabilito dal reddito che si calcola con la differenza tra ricavi e costi (senza tenere conto del momento del pagamento). Mentre per gli autonomi il quadro di riferimento del modello unico è il quadro E, per gli imprenditori è il quadro F in caso di contabilità ordinaria e quadro G in caso di contabilità semplificata.
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