I consumatori stanno per avere la loro rivalsa con Sky e gli abbonamenti offerti alla clientela. L’ Antitrust ha infatti decido di multare il colosso della Pay Tv per aver ingannato i consumatori sul pacchetto calcio.
Una questione nata già mesi fa
Aria di burrasca tra consumatori e abbonamento Sky c’è stata sin dallo scorso mese di agosto, quando un vespaio si era mosso nei confronti della cessione dei diritti sportivi. Durante l’estate infatti era emersa la conferma da parte della società di TV privata di una riconfigurazione dell’offerta televisiva sui diritti del calcio di serie A.
Allorché i consumatori avevano cominciato a reagire rivolgendosi agli sportelli dell’Unione Nazionale Consumatori. I clienti si dicevano ingannati per la poca chiarezza che vigeva sulle informazioni divulgate da Sky Italia in merito ai servizi offerti. E infatti, a livello sportivo, per questa stagione in corso, la Pay Tv offre alla clientela soltanto 7 partite di serie A, mentre le restanti 3 (ossia quella di sabato alle 20.30, la gara all’ora di pranzo di domenica e una di quelle delle 15) sono in esclusiva assegnate a Perform che si serve della piattaforma DAZN per trasmetterle. Ricordiamo che si tratta di un servizio di video streaming online.
La mancanza di informazione e l’inganno ai consumatori
Quanto appena detto, significa che, all’atto della sottoscrizione da parte dei consumatori dell’abbonamento con Sky, gli stessi non sapevano affatto della distribuzione delle partite. Per tale motivo l’Unione Nazionale Consumatori ha deciso di promuovere una campagna dal titolo significativo: #serieAsorpresa.
Dunque non poteva essere tralasciato lo smacco subito dagli utenti, i quali nella totale incertezza hanno sottoscritto un abbonamento in cui ignoravano che non avrebbero visto tutte le partite della squadra del cuore.
A scatenare la reazione si è aggiunto anche il pessimo servizio offerto da DAZN, che pur avendo raccolto una buona quota di iscritti, offre un disservizio che non consente la regolare e ottima trasmissione delle partite.
L’intervento dall’Antitrust
Dopo i numerosi reclami, è dovuta intervenire anche l’Antitrust. Quest’ultimo ha chiuso l’istruttoria cominciata nei riguardi di SKY Italia, acclarando due violazioni del Codice del Consumo. Motivo per cui sono state stabilite delle sanzioni per un totale di 7 milioni di euro. Da un lato, l’Autorità ha rilevato che SKY è stata occulta in merito al contenuto del pacchetto Calcio per la stagione 2018/19, facendo pensare che i potenziali nuovi clienti avrebbero avuto accesso ad un pacchetto includente tutte le partite del campionato di serie A.
Coloro che quindi si aspettavano un servizio di calcio, hanno silentemente accettato l’abbonamento convinti di poter avere un ampio accesso ai contenuti dell’offerta. Più nello specifico, gli utenti non si aspettavano che vigessero le limitazioni sul numero di partite disponibili. Il loro intento era quello di godere di 10 partite su 10, non certo di 7, perdendosi tra l’altro, saltuariamente le partite della squadra del cuore.
Inoltre l’Antitrust ha messo in risalto che SKY ha posto in essere una pratica aggressiva perché ha condizionato tacitamente la scelta dei clienti abbonati al pacchetto SKY Calcio. Questi ultimi, non sapendo esplicitamente quali fossero i contenuti del servizio (riduzione del 30% delle partite di serie A e cancellazione dell’intero torneo di serie B) non sono stati messi nella posizione di scegliere se mantenere l’abbonamento o recedere dal pacchetto perché indotti a credere che nulla sarebbe cambiato rispetto a prima.
Gli abbonati a tale servizio si sono visti davanti agli occhi due alternative, entrambe per nulla vantaggiose: o proseguivano con l’addebito senza sconti (pur avendo accesso al contenuto diverso e ridotto del pacchetto rispetto a quello originariamente scelto), o optavano per il recesso dal contratto a titolo oneroso. Avrebbero infatti dovuto effettuare il pagamento di penali e/o la perdita di sconti e promozioni.