L’Isee è l’indicatore economico che, di fatto, per la legge fotografa la condizione economica delle famiglie italiane ed è documento indispensabile per ottenere o almeno richiedere facilitazioni di carattere sociale, quali il prestito libri per i figli, il contributo affitto eccetera. Nella determinazione dell’Isee, si tiene conto della situazione reddituale complessiva del nucleo familiare e delle giacenze dei conti correnti intesse come media annuale di giacenza, oltre che di altri parametri. Alla voce “passivi”, si tiene conto della rata del mutuo ma in caso di prestito si considera solo la giacenza sul Conto ma non la rata che si paga mensilmente.
E’ un fatto curioso, questo, perché considera il prestito come una ricchezza, mentre quasi in tutti i casi è semplicemente un mezzo per superare ostacoli di carattere economico che peraltro si ripaga con oneri aggiuntivi rispetto al capitale. Ad oggi, non ho ancora conosciuto una persona che chiede un prestito per accrescere la propria ricchezza tenendolo sul Conto. Perché la Legge non considera anche la rata che in ogni caso diminuisce la ricchezza della famiglia?