Ecco le cifre del crac Banche Venete che rischia di travolgere le 40 mila piccole aziende locali, oltre ad avere gettato sul lastrico 200 mila azionisti.
Il crac delle Banche Venete rischia di far collassare anche grandi aziende di successo della Serenissima Venezia che ha dato lustro ad alcuni grandi marchi del Made in Italy come Benetton, Luxottica, Geox e De’ Longhi. Il tracollo della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca ha fatto si che venisse chiusa la ‘porta’ dell’accesso al credito a ben 40 mila piccole aziende venete. Per non dimenticare il fatto che 200 mila azionisti hanno perso i propri soldi. Se è vero che gli effetti immediati della crisi per le Banche Venete sono ormai quasi finiti, sono invece appena iniziati i ‘dolori’ per le imprese venete, come ha avuto modo di ricordare anche l’avvocato Andrea Arman (legale di alcune aziende colpite dal crack) in una intervista a Bloomberg
Diverse imprese non sono oggi in grado di poter pagare il personale in tempo per le interruzioni delle linee di credito, spesso senza preavviso né spiegazioni. Cosi come risulta complicato onorare i debiti con i fornitori. Le banche venete sono state il volano per creare migliaia di piccole imprese che hanno rappresentato la spina dorsale dell’economia della regione. Un modello che ormai sta definitivamente tramontando, complice anche l’inerzia delle istituzioni.
La crisi delle banche venete, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, è costata qualcosa come 42,5 miliardi di euro alla collettività. Una stima effettuata dal Codacons spiega come i 118.994 soci di Bpvi e gli 87.502 di Veneto Banca hanno visto deprezzarsi le proprie azioni per un importo di 10 miliardi di euro, al quale vanno aggiunte anche altre perdite negli ultimi anni per 9 miliardi di euro e aumenti di capitale per 6,5 miliardi.