Futuro dell’economia tedesca: verso la distruzione?

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L’economia tedesca ha avuto altri tre mesi molto deboli alla fine dell’anno scorso, secondo i dati ufficiali. Dinanzi ad una posizione altalenante trema tutta l’Europa. Non è un mistero infatti che la Germania venga considerata l’anello forte dell’economia europea. Per cui un suo tentennamento lascia non poche preoccupazioni agli altri stati. Stati che già da soli si tengono in piedi dal punto di vista finanziario a malapena. Vediamo dunque oym che situazione versa oggi la Germania e quali potrebbero essere i risvolti della sua politica economica interna. E soprattutto quali saranno le ripercussioni sulle altre potenze.

Le tensioni del commercio internazionale

Il prodotto interno lordo (PIL), la produzione totale di beni e servizi, è rimasto pressoché invariato rispetto al trimestre precedente.

La Germania è molto esposta alle tensioni nel commercio internazionale e le nuove cifre deboli riflettono in parte un calo delle esportazioni all’estero. Rispetto allo stesso periodo del 2018, il PIL è stato superiore di appena lo 0,4%.sebbene ci sia stata una certa espansione, l’ufficio statistico tedesco ha riportato una crescita dello 0,0% quando arrotondato al primo decimale. Appare dunque evidente che la debole performance è stata in parte dovuta al calo delle esportazioni.

Anche gli investimenti in macchinari e attrezzature sono stati “notevolmente ridotti” tra ottobre e dicembre. L’ufficio statistico non offre una spiegazione, ma è certamente possibile che ciò rifletta le prospettive incerte del commercio internazionale. Un fattore che probabilmente peserà sulle imprese manifatturiere quando si considera se investire è il tipo di barriere che dovranno affrontare che potrebbero rendere più difficile la vendita dei loro beni all’estero. La Germania è leader nella produzione di automobili ad esempio, ma anche lì la crisi si sta sentendo.

L’esportazione conta davvero per l’industria tedesca.

Il paese è il terzo maggiore esportatore di beni dopo gli Stati Uniti e la Cina, che sono entrambi economie molto più grandi. La produzione rappresenta una quota maggiore dell’attività economica tedesca rispetto alla maggior parte delle altre economie sviluppate: il 20% rispetto al 9% per il Regno Unito, ad esempio, e il 10% per gli Stati Uniti.

La Germania è molto esposta alle tensioni nel commercio internazionale che sono sorte, o almeno sono diventate più intense, da quando è entrato in carica il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Ciò riguardava direttamente le nuove tariffe applicate dalla sua amministrazione alle tariffe sull’alluminio e sull’acciaio e, indirettamente, sulla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.

Poiché entrambi i paesi sono mercati importanti per l’industria tedesca, qualsiasi danno che si danno l’un l’altro può influire sulle vendite di beni tedeschi. La Germania sarebbe anche vulnerabile se il presidente Donald Trump dovesse agire sulla sua minaccia di imporre tariffe del 25% sulle importazioni di automobili dall’Unione europea.

Debole crescita economica

La crescita economica in Germania è stata relativamente debole negli ultimi due anni. Ci sono stati due trimestri in cui il PIL è diminuito. Tuttavia, questi non hanno avuto luogo consecutivamente, quindi non vi è stata alcuna recessione poiché il termine è spesso definito: due trimestri di crescita negativa.

Anche la più ampia zona euro è stata colpita e ciò è stato sottolineato da nuove cifre pubblicate dall’ufficio statistico dell’UE, Eurostat. Ja confermato la sua precedente stima che la zona euro ha gestito una crescita di appena lo 0,1% nell’ultimo trimestre del 2019.

La Germania è la più grande economia della zona, quindi le cifre della zona euro sono, per ragioni aritmetiche, trascinate verso il basso quando la Germania ha un periodo debole.

Ma anche le due maggiori economie successive hanno avuto una brutta fine l’anno scorso. Sia l’Italia che la Francia hanno visto ridursi le loro economie nazionali.

Qualche speranza c’è

Ci sono alcuni punti luminosi nella zona euro, però. L’Irlanda si è distinta con una forte crescita da qualche tempo, sebbene non vi siano ancora cifre disponibili per il periodo più recente.

Mentre la Germania e la zona euro potrebbero aver avuto un periodo in ribasso in termini di crescita, l’occupazione è stata più incoraggiante. I nuovi dati mostrano un aumento dello 0,3% del numero di persone che hanno un lavoro nella zona euro.

La Germania ha uno dei tassi di disoccupazione più bassi al mondo. La zona euro nel suo insieme è più elevata e alcuni paesi, in particolare Spagna e Grecia, hanno ancora un grave problema. Ma sia per l’Eurozona che per quelle nazioni, la disoccupazione è scesa ben oltre i massimi raggiunti nell’ultimo decennio.

Diciamo che nell’insieme siamo ancora in una posizione a metà tra la tranquillità e la preoccupazione. Ma qualcosa potrebbe cambiare. In fondo la storia ci insegna che si tratta di una Nazione in grado di superare crisi ben peggiori di queste. La speranza dunque è che nei mesi a seguire qualcosa si possa muovere positivamente. Per ora non c’è accenno ad aumenti della disoccupazione. Sta di fatto comunque che lo stato ora è sul chi va là. Non sanno cosa aspettarsi ma sperano in un miglioramento.