I salari medi messi a confronto
di Redazione
09/02/2016
In Italia circa 1,5 milioni di lavoratori ha contratti “atipici” con retribuzioni annue che non superano i 10 mila euro. Le differenze di reddito più sostanziali sono quelle tra uomo e donna e anche quelle tra collaboratori e professionisti con partiva IVA.
Secondo i dati ufficiali un dipendente privato guadagna circa 30 mila euro all'anno, uno pubblico 35 mila, i collaboratori a progetto senza partiva IVA 20 mila e quelli con partita IVA 12 mila, chi ha una partita IVA individuale 18 mila euro e gli associati 10 mila. Mettendo a confronto questi dati appare chiaro come le collaborazioni siano molto più convenienti (in termini di reddito) rispetto agli altri.
Abbiamo accennato che esistono delle differenze tra uomini e donne, ma cerchiamo di quantificare “dando qualche numero”. La differenza di reddito è di circa 11 mila euro. Lo squilibrio principale si ha nella fascia di età tra i 40 e 49 anni, all'apice della carriera lavorativa. Intorno ai 39 anni inoltre si assiste al fenomeno dell'abbandono del lavoro in quanto risulta molto più difficile conciliare impegni lavorativi e familiari.
Tra gli altri paradossi del mondo del lavoro ce ne sono alcuni davvero molto particolari, per esempio il salario medio di un dottorando di ricerca è più elevato durante il periodo di formazione e non quando finalmente arriva un contratto di collaborazione.
Gli anni della crisi (dal 2007 al 2013) hanno comportato una riduzione drastica dei salari dei professionisti con partita IVA per uno squilibrio del 23% rispetto a quelli dei lavoratori parasubordinati. Inoltre è stato accertato che il salario medio aumenta con l'età e arriva a superare i 20 mila euro solo dopo i 40 anni. Alla fine dei conti, l'INPS si assicura un gettito di circa 5 miliardi e 800 milioni annui con un PIL di 24 miliardi di euro.
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