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La rata del mutuo può aumentare?

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La rata del mutuo può aumentare?

Dopo tanti anni in cui i tassi sull’acquisto di un immobile hanno fatto registrare dei minimi storici, per la gioia della maggior parte dei consumatori, la domanda che tutti si pongono è la seguente: le rate dei mutui aumenteranno? Una domanda alla quale già quest’anno si è avuta una risposta. Ed è, per quanto ovvio, affermativa: i mutui saranno più onerosi rispetto a quelle sottoscritti negli ultimi ventiquattro mesi.

Si parla, ovviamente, di nuove operazioni ipotecarie: i mutui già in essere, per quanto ovvio, non subiranno alcuna variazione, come ben esplicato sul portale Dirittonews.com. Va fatta una distinzione, tuttavia, tra i mutui in essere a tasso fisso e quelli a tasso variabile: i primi, infatti, saranno immuni da un eventuale (e sempre più probabile) aumento dei tassi, mentre i secondi comporteranno il pagamento di una rata più “salata” per i detentori di un mutuo casa.

Rate mutui: il leggero aumento dell’Euribor fa intendere quale sarà il trend dei prossimi anni

Il nodo cruciale dei prossimi mesi, infatti, riguarderà un aumento dei tassi ufficiali da parte della Banca Centrale Europea, che le banche, fondamentalmente, hanno iniziato cautamente a scontare negli ultimi mesi. La testimonianza più tangibile è ricavabile dall’andamento dell’Euribor, ovvero il tasso medio delle transizioni finanziarie in Euro tra le principali banche europee, quello maggiormente utilizzato per i mutui a tassi variabile.

L’Euribor a 25 anni, uno dei più utilizzati nei mutui casi nostrani, è passato dal -0,02 di inizio anno a +0,40% di fine novembre, nonostante la Banca Centrale Europea abbia dichiarato, al momento, di non voler procedere ad alcun rialzo dei tassi nel 2022 per consentire un consolidamento della ripresa economica post-pandemia, che vede il nostro paese finalmente protagonista e non fanalino di coda del Vecchio Continente.

L’Euribor, però, anticipa tendenzialmente le mosse della Banca Centrale Europea. Ed è probabile, di conseguenza, che crescerà, seppur in misura modesta, nei prossimi mesi, rendendo più onerosi i nuovi mutui e quelli in essere a tasso variabile. Questo scenario, per quanto ovvio, è valido se l’istituto presieduto da Christine Lagarde resterà fermo nell’intenzione di non voler alzare i tassi d’interesse.

Seppur quest’ultimo scenario venga considerato il più “probabile”, alcuni analisti sostengono come Francoforte non potrà restare totalmente impassibile ad un fattore che sta già condizionando l’economia mondiale negli ultimi sei mesi: l’inflazione. L’aumento dei prezzi è visibile a tutti, soprattutto nel reperimento di beni e servizi di prima necessità. Ma la mazzata per i consumatori europei, però, potrebbe diventare realtà nei prossimi mesi.

Come l’inflazione e l’aumento delle rate dei mutui potrebbero essere strettamente collegate

Le bollette di gas e corrente elettrica, infatti, si preannunciano particolarmente salate: la prima dovrebbe crescere del 40/50%, la seconda tra il 15/20%. Un mercato dell’energia fuori controllo ed un aumento ulteriore dell’inflazione, cresciuta nel Vecchio Continente di quasi 5 punti percentuali negli ultimi dodici mesi, potrebbe far cambiare idea al board della BCE, che ha già dovuto fare retromarcia sul fatto che l’inflazione fosse solo un fenomeno transitorio.

I cambi di rotta della Banca Centrale Europea potrebbero essere causati anche da quanto avviene sull’altra sponda dell’Oceano Atlantico. È fuor di dubbio, nonostante la prepotente ascesa della Cina, come il “pallino” dell’economia mondiale sia ancora nelle mani degli Stati Uniti, dove si registra un fenomeno inflattivo di portata superiore a quello europeo.

La FED ha fatto intendere che nel corso del 2022 si potrebbe assistere ad un aumento dei tassi di riferimento, lasciando presagire a due “morbidi” ritocchi nel corso del secondo semestre del prossimo anno. Ma se l’inflazione dovesse continuare a correre, non è escluso che una stretta monetaria venga avviata in tempi più celeri, con i ritocchi che diventerebbero 3 se non, addirittura, 4.

Se quest’ultimo nefasto contesto dovesse realizzarsi, la Banca Centrale Europea non procederà ad un aumento dei tassi ufficiali, oggi in area negativa? Difficile crederlo: se la FED procederà ad una stretta monetaria più forte, Francoforte probabilmente seguirà la strada tracciata da Washington. Ed i nuovi mutui, di conseguenza, risulteranno certamente più onerosi degli attuali, come lo saranno altrettanto le rate dei mutui a tasso variabile attualmente in corso.