Sono rivolte a tutto il mondo dell’economia le ultime osservazioni di Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea che non rinuncia a chiamare in causa “poteri cospiranti” che sarebbero concordi nel mantenere bassa l’inflazione rispetto ai valori soglia considerati. Durante una recente conferenza a Francoforte, Draghi ha portato all’attenzione del pubblico l’influenza dei cambiamenti demografici e soprattutto delle materie prime sulla difficoltà di riportare l’inflazione a livelli obiettivo, puntando inoltre il dito ai diversi obiettivi tra le banche dell’area Euro, che seguirebbero differenti direzioni nei loro mandati.
Il presidente ha inoltre espresso la sua ferma convinzione nel continuare a lottare affinché la BCE possa raggiungere i traguardi promessi, non arrendendosi davanti ai valori picco di inflazione, evitando di posporre dei problemi che dovrebbero essere presi di mira oggi per evitare che si trasformino in qualcosa di più pressante nel medio termine. La politica proposta da Draghi è incentrata sulla limitazione delle distorsioni effettive che potrebbero nascere tra i protagonisti economici della Eurozone, rendendosi comunque conto che l’obiettivo principale sta nella limitazione dei prezzi.
Questa affermazione del presidente BCE è direttamente collegata al principio di dominanza monetaria, e di politiche monetarie che non possono circoscriversi ad un numero ristretto di strumenti con cui operare nel tessuto dell’economia europea. A Francoforte è stato inoltre ribadito, secondo un bollettino di recente uscita, che nei prossimi mesi i tassi di inflazione possano rimanere contenuti oppure flettersi leggermente in negativo, tenendo comunque in considerazione una ripresa nel secondo semestre del 2016.
La politica monetaria che la BCE tenterà di mettere in atto vedrà quindi i tassi aumentare in concomitanza con la ripresa economica prospettata, cercando di mettere da parte una volta per tutte il rischio deflazione, riuscendo inoltre ad aggirare il versante globalizzazione e l’ascesa dei nuovi mercati che stanno creando diversi problemi nella stabilizzazione generale dei prezzi: il 2016 sarà quindi un anno molto ricco di proposte e risoluzioni anche da parte della BCE, oltre che dall’economia di ogni singolo stato dell’Unione Europea.