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Mutui in crescita: trend positivo anche a Gennaio

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di Redazione

22/02/2016

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Notizie importanti in arrivo per il mondo dei mutui in Italia: nel nostro paese, si conferma infatti anche per il mese di Gennaio un trend in ascesa in merito alla richiesta di una forma di finanziamento così diffusa, in seguito alla crescente domanda di credito agli istituti bancari, che cercano di rispondere all’ “emergenza mutuo” con nuove forme di finanziamento più flessibili.

I mutui in Italia stanno vivendo, secondo il CRIF, che ha esaminato le recenti richieste pervenute da parte dei risparmiatori, un periodo di notevole crescita, totalizzando un 48,6 % in più paragonando gli stessi dati al primo mese del 2015. Le posizioni creditizie esaminate sono state oltre 78 milioni, con dei volumi di richieste che tendono a raggiungere gli importi dei periodi precedenti alla crisi.

Si è potuto notare, dallo stesso rapporto relativo ai dati elaborati dall'EURISC (il sistema di informazioni creditizie relativo al CRIF), un importo medio in flessione discendente in merito ai mutui richiesti nell'ultimo mese. I dati di Gennaio 2015 si aggiravano intorno alla cifra di 125.918 Euro, mentre le nuove rilevazioni scoprono cifre attuali di poco superiori ai 120.000.

La diminuzione di questi valori si può spiegare col fatto che le famiglie tendono a frazionare in rate sempre più piccole gli importi complessivi dei finanziamenti ricevuti, per non gravare eccessivamente sul bilancio. La classe d'età che richiede con maggiore frequenza l'accensione di un mutuo è infatti costituita da persone tra i 35 e i 45 anni; dato rimasto invariato rispetto ai trend precedenti.

Altri gruppi demografici che si rivolgono ad un istituto per l'apertura di un mutuo riguardano i giovani tra i 25 e i 35 anni, che rappresentano b della domanda complessiva; chiudono infine la statistica i 45-55enni, con il 23% circa. Rimangono invece veramente pochi i giovanissimi al di sotto dei 25 anni che hanno richiesto tale forma di finanziamento pluriennale: la loro percentuale è infatti inferiore al 2%, preferendo certamente sfruttare strumenti monetari meno impegnativi per le loro necessità a lungo termine.

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