Wall Street rischia di perdere ancora credibilità di fronte agli investitori, i disastri di Trump potrebbero generare una fuga di capitali.
La Borsa di Wall Street è diventata un lento colabrodo dopo le vendite massicce degli ultimi 10 anni che hanno generato un’emorragia di capitali come non si assisteva dal 2004. Come hanno avuto modo di ricordare gli analisti di Birch Gold Group, se la tendenza non dovesse cambiare si va incontro alla fuoriuscita di capitali più forte della storia di Wall Street.
Gli investitori, attratti sempre più dai mercati emergenti e dall’Europa che sta dando segnali di rafforzamento, stanno dirottando altrove le proprie attenzioni. Non meno attraente è l’Oro, considerato il bene rifugio per eccellenza, salito ai massimi da 11 mesi a questa parte a causa delle tensioni geopolitiche che riguardano la Corea. A determinare il pesante calo di Wall Street anche l’instabilità politica e le troppe promesse non mantenute da Trump, incapace di portare avanti un programma in grado di dare nuova linfa all’economia americana, da troppo tempo reticente ai cambiamenti e alle riforme.
Un segnale confortante è giunto nella giornata di venerdi scorso, quando il Nasdaq ha toccato il 46.mo record stagionale, archiviando la miglior performance del 2017. Non male anche il Dow Jones che ha aggiunto altri 39,46 punti, con lo 0,18% in più, toccando quota 21.987,56. Insomma la fuga di capitali c’è, ma nulla è ancora compromesso. I mercati attendono ancora le riforme dell’attuale amministrazione ma non sono disposti ad attenderle ancora a lungo. Le performance positive delle ultime settimane hanno ridato slancio al mercato azionario americano, ma quanto durerà se l’inerzia di Trump dovesse prolungarsi oltremodo ?