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Trovare lavoro: quanto conta la reputation on line

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di Redazione

22/02/2016

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Trovare lavoro al giorno d'oggi è più difficile di un tempo, non tanto perché c'è la crisi (l'Italia è uscita da due guerre mondiali e milioni sono le persone emigrate) ma perché chi può elargire il lavoro ha a sua disposizione tanti strumenti che in passato non esistevano. Un tempo le aziende richiedevano almeno tre referenze, scritte e firmate dai datori di lavoro precedenti, le quali servivano a costruire la reputazione del lavoratore in cerca di occupazione. Se una persona era un mascalzone, rubava o era un nullafacente non si meritava le referenze e di conseguenza non poteva ambire a certi posti di lavoro.

Le referenze non sono così distanti dalla web reputation attuale, con l'unica differenza che gli head hunters possono procurarsi delle referenze buone o cattive sui candidati in un nanosecondo. Basta visitare il profilo Facebook, gloogare il nome del candidato e seguire qualche trucco informatico molto interessante per scoprire molto della persona che si ha davanti, anzi, molto più di quanto un curriculum ben scritto o un colloquio profondo possano mai rivelare.

La web reputation è un fattore che ogni persona in cerca di lavoro deve considerare, perché da essa potrebbe dipendere il successo nella ricerca di un'occupazione. Se si sta ricercando lavoro è il caso di usare Facebook con cautela, (ahimè) di selezionare i contatti e anche di usare un gergo educato e mai volgare. La stessa regola vale per tutti i canali social, ma anche per i blog che si frequentano per hobby e interessi vari. Un uso accorto dei social, anzi propositivo e web oriented, potrebbe valere più di mille curriculum e di mille giri a vuoto presso le agenzie interinali, perché è molto probabile che le ricerche siano concentrate lì, nella intricata e affascinante tela del web.

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