Unicredit, il 75% degli azionisti sono stranieri: la svolta francese del colosso bancario

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Dopo l’aumento del capitale è aumentata anche la presenza di stranieri tra gli azionisti di Unicredit e fioccano le polemiche.

La svolta francese di Unicredit procede senza soste. L’assemblea degli azionisti ha approvato ieri il nuovo governo societario che consentirà al management di poter presentare una lista di candidati per il rinnovo delle cariche sociali oltre che l’eliminazione del tetto del 5% per esercitare il diritto di voto e l’aumento a due degli amministratori di minoranza.

Il rimescolamento della governance è l’ultima tappa di un piano che dovrà rilanciare in grande stile il gruppo messo a punto dall’ad, Jean Pierre Mustier, che ha preso il timone del gruppo bancario nel luglio 2016. Il primo step è stato l’aumento di capitale da 13 miliardi, poi si è liberato di una zavorra di 18 miliardi di sofferenze in gran parte ereditate dalla fusione con Capitalia. La riforma ha trasformato la banca in una public company: adesso gli investitori esteri rappresentano il 75% del capitale, contro il 65% degli investitori che detenevano le azioni prima dell’aumento di capitale. Le fondazioni hanno lasciato campo libero ai nuovi azionisti stranieri.

Il malcontento per l’eccessiva esterofilia della nuova governance ha suscitato la reazione proprio di una Fondazione, la Cariverona, che oggi detiene l’1,8% delle azioni: ‘Ho sentito avanzare accuse gratuite e fuori luogo all’ad. Le persone non si valutano se sono francesi o italiane, ma sui fatti’ ha dichiarato il presidente dell’ente scaligero, Alessandro Mazzucco.
Le novità di ieri sono state approvata a larghissima maggioranza. Tra i punti all’ordine del giorno anche la preparazione della lista di maggioranza, alla quale potranno lavorare direttamente Mustier e il presidente Fabrizio Saccomanni, che entrerà in carica ad aprile.