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YouTube e indicizzazione: quali regole seguire?

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di Redazione

19/01/2016

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Farsi strada su YouTube è un’ambizione diffusa, complice anche la grande visibilità di alcuni YouTuber che, oltrepassato – mediaticamente parlando – lo schermo del computer, hanno fatto crede che avere successo con un video sia quanto di più immediato ci possa essere. La strada per il successo, come ben sappiamo, non è così automatica come ingenuamente appare, ma attraversa diversi step che passano anche dalla conoscenza delle tecniche di indicizzazione, che faranno apparire il nostro video tra i primi risultati di YouTube. Le regole da seguire in realtà non sono molte, l’importante è imparare ad applicarle.

Partiamo subito dalla lunghezza del video: quale potrebbe essere la durata ideale? Risposta: nessuna. Eh già, a discapito delle voci che circolano su YouTube, in termini di indicizzazione non viene presa in considerazione la lunghezza del video; la leggenda vuole che un video più breve sia visto per intero da più persone e che questo basti a migliorarne il posizionamento nei risultati di ricerca. In realtà non è la durata in sé che favorisce una maggiore visibilità, ma quanto quel video riesce a creare flusso sull’intera piattaforma. Se al termine della visualizzazione del singolo video l’utente chiude YouTube, questo non porterà flusso e dunque finirà in fondo ai risultati; se da questo si riesce a creare un ponte con altri video, allora sarà ritenuto valido e scalerà posizioni nei risultati di ricerca.

Dunque video che creino flusso, certo, ma che abbiano anche un chiaro sottotitolo creato ad hoc con le giuste parole chiave. È ormai noto che anche la descrizione (oltre al titolo) di un video caricato su YouTube viene letta dai motori di ricerca, e dunque una manciata di righe sapientemente scritte danno il loro contributo nel raggiungere gli utenti potenzialmente interessati al nostro lavoro.

Spesso si tende a credere che l’ordine dei tag possa in qualche modo modificare l’indicizzazione del nostro video e dunque si cerca sempre di mettere tra i primi quelli più significativi, pensando che tale azione possa favorire l’accesso ai piani alti tra i risultati di ricerca. Evitatevi lo sforzo, per quanto minimo, perché su YouTube i tag vengono letti tutti insieme e non seguono alcun ordine gerarchico.

Altra tendenza abbastanza diffusa, soprattutto tra i novellini della piattaforma, è quella di copiare i contenuti caricati da YouTubers famosi con la speranza che una parte delle loro visualizzazioni migri verso le copie create. In realtà YouTube non ama le copie, dunque tende a penalizzarle spingendole in fondo ai risultati di ricerca, ma al contrario ama i video nuovi, i quali ottengono una certa visibilità se ben organizzati con titolo, tag, descrizione e sottotitolo adeguati.

Se siamo bravi ad inserire questi dati nella maniera opportuna, YouTube piazzerà ai primi posti dei risultati di ricerca il nostro video contraddistinguendolo con l’etichetta “Nuovo” ed è qui che si gioca la prova del nove per il nostro video. Se ottengono buoni risultati in termini di visualizzazioni, allora l’algoritmo della piattaforma lo manterrà in quella stessa posizione anche in seguito. Se invece l’interesse è minimo, allora scivolerà lentamente verso il fondo.

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