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Aziende superstar, ecco cosa pensa Morgan Stanley

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di Redazione

30/04/2018

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L'economia muta, grazie a quelle che si possono definire aziende superstar. Ma sarà cosi per sempre? Per rispondere a questa domanda gli economisti di Morgan Stanley hanno messo a confronto le loro previsioni, secondo cui per i mercati azionari il trend positivo dei profitti ha fatto il suo percorso e potrebbe verificarsi un calo secolare a lungo termine dei margini reddituali.

Aziende superstar, una bolla che scoppia?

La questione centrale è allora trovare le aziende che, al contrario rispetto alla media, hanno quella marcia in più per proseguire a generare ingenti utili. Sono quelle che gli analisti della banca d'affari Usa chiamano "aziende superstar", che realizzano profitti principalmente grazie all'innovazione tecnologica e alla riduzione dei costi. Nel gruppo delle "aziende superstar" gli specialisti di Morgan Stanley inseriscono, fra i titoli quotati nei Paesi sviluppati, la multinazionale Nvidia nel settore dei semiconduttori, Hikvision Digital Tech nelle infrastructure, Alibaba nell'intelligenza atificiale, Dassault Systems e Amadeus come player a lungo termine nei servizi software.

Aziende superstar, i dati sono incoraggianti

Se questo è la situazione di lungo periodo, osservando gli esiti del primo trimestre 2018, che sono stati annunciati dal 65% delle aziende comprese nell'indice S&P 500 (in base alla capitalizzazione), si possono ottenere informazioni incoraggianti. Nella prima fase di quest'anno il trend degli utili è solido, visto che sia i tassi di crescita sia i margini reddituali sono maggiori rispetto alle medie storiche. Sino ad ora il settore tecnologico è stato quello che ha avuto risultati in più: il 94% delle imprese del comparto è andato oltre le stime sull'utile per azione (eps) e l'88% le attese sul fatturato. Nell'insieme a Wall Street le società a maggiore capitalizzazione (big cap) hanno avuto riscontri in positivo gli investitori più di quelle a minore capitalizzazione (small cap) e lo stesso è valso per le aziende internazionali rispetto a quelle prevalentemente locali.
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