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La Bce mette in guardia dai pericoli di un euro forte: a rischio la ripresa economica

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di Redazione

23/08/2017

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Ecco cosa potrebbe accadere se l'euro dovesse sforare quota 1,20 sul dollaro, i timori della Bce per le prospettive economiche dell'Ue.

La Bce teme l'euro forte e non ha nascosto le proprie preoccupazioni in merito alla possibile incidenza negativa sulla ripresa economica. Elmar Voelker, strategist di Lbbw, ha ammonito sui rischi legati ad un euro che vada oltre l'1,20 sul dollaro: 'L'attuale apprezzamento – ha dichiarato Voelker - non è abbastanza vasto da danneggiare la ripresa dell'economia ma se si va ben oltre 1,20, cosa che non ci aspettiamo, è evidente che cambieranno le prospettive di rischio'. Nell'ultima riunione del Consiglio i membri del direttivo della Banca centrale hanno ritenuto di "importanza fondamentale" non inviare segnali negativi agli investitori che potrebbero essere mal interpretati o esagerati. I timori sono quelli che si possa generare una situazione analoga a quella assistita nel 2013 quando la Fed annunciò il tapering, seminando il panico sui mercati. Un euro potrebbe rappresentare un ostacolo per il mandato della Bce, intenta ad ancorare l'inflazione al target ottimale (il 2% circa). Nei verbali dell'ultima riunione Bce si è evidenziata la necessità di una "solida politica monetaria accomodante" al fine di "stimolare con gradualità l'inflazione, sostenendola nel medio termine e per rendere durevoli le dinamiche inflattive". I risultati del Qe permangono lusinghieri per questo motivo è stato confermato almeno fino al mese di dicembre 2017. 'Il Consiglio direttivo doveva trovare un buon punto di equilibrio – è quanto scritto nella minute - da una parte tra esprimere una giustificata fiducia nell'espansione economica da una parte e dall'altra sottolineare la necessità che la politica monetaria rimanga persistente e paziente. E' stato dunque ritenuto importante sottolineare che un ampio grado di accomodamento monetario rimane necessario per permettere alle pressioni inflazionistiche di fondo di continuare a crescere, supportando l'inflazione headline nel medio termine e per consentire alle dinamiche di inflazione di diventare più durevoli e autonome'.
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